Abbiamo letto la mail del collega Pasquale Grasso sul problema “massimale contributivo”.
Non intendiamo scendere in polemiche sterili, inutili e, anzi, dannose.
I magistrati, infatti, non hanno bisogno di questo, ma solo di risultati, azione, tutele.
Veniamo ai fatti.
L’ “allarme pensioni” è scattato in tutte le mailinglist delle magistrature speciali, dove appunto si discute dei “pericoli” sottesi al famigerato art. 2 comma 18 della riforma Dini. Mai era stata evidenziata l’estraneità dei “non contrattualizzati” a tale riforma. Che l’INPS, appunto, intende applicare anche ai magistrati.
Da qui la necessità della convocazione del Comitato Intermagistrature, per l’analisi della situazione e lo studio di ogni possibile iniziativa.
Orbene, ribadiamo quanto già detto nel nostro documento.
Autonomia&Indipendenza auspica una soluzione unitaria sul problema “massimale” e, appunto in una prospettiva unitaria, condividerà le soluzioni adottate in seno al Comitato Intermagistrature e all’ANM.
Tuttavia, le opportune discussioni che si stanno svolgendo in tali sedi non costituiscono, purtroppo, causa di interruzione o sospensione del termine quinquennale di prescrizione applicabile in tema di contributi indebitamente versati in eccesso, termine che per i colleghi dei primi DM post riforma Dini è di stringente attualità.
La diffida alle amministrazioni competenti è solo una delle cautele che abbiamo l’obbligo di studiare, esaminare e proporre all’attenzione dei colleghi: se, come viene da taluni ipotizzato, il massimale non si applicherà ai magistrati, i colleghi interessati avranno perso cinque minuti del loro tempo; se invece il massimale troverà applicazione anche rispetto ai magistrati (come indubbiamente ritenuto dall’INPS), alcuni colleghi rischieranno di vedersi prontamente eccepire la maturata prescrizione.
Non riusciamo poi a comprendere come l’invio di una diffida possa costituire una pericolosa legittimazione della tesi dell’applicabilità del massimale: la questione dell’applicabilità o meno di una disposizione di legge vigente esula dalla disponibilità delle parti e non può dunque dipendere da un mero atto unilaterale. Che, ripetiamo, non è vincolante ed è solo di mera tutela, per evitare possibili brutte sorprese in futuro.
Quindi lavoriamo insieme, veramente, perché c’è molto da fare per la tutela della nostra categoria.
L’Ufficio Sindacale di A&I