In virtù dei qualificati contributi che sono stati offerti dai relatori nel corso del convegno organizzato da AeI sulla legge di riforma del sistema elettorale del C.S.M., tenutosi a Napoli l’8 e il 9 febbraio 2020, riteniamo probabilmente illusoria l’idea di affidare al sistema di voto il compito di evitare che le correnti condizionino gli esiti della competizione elettorale.
I gruppi associativi hanno mostrato nel tempo di sapersi adattare benissimo al mutamento del quadro regolamentare al punto da azzerare di fatto il fine che il legislatore si era prefissato con l’introduzione del vigente sistema elettorale, ovvero proprio evitare che i gruppi condizionassero il risultato finale.
Preso atto di ciò, appare evidente che per separare l’azione e il peso delle correnti in magistratura dal voto per il C.S.M. devono essere elaborati rimedi di natura del tutto diversa, sempre che si voglia mantenere il sistema di selezione dei componenti dell’autogoverno mediante elezione. In quest’ottica occorre individuare, a nostro avviso, il sistema elettorale idoneo a meglio rappresentare il pluralismo esistente all’interno della magistratura.
Orbene, non dovendosi rispondere all’esigenza di assicurare alcuna governabilità politica, estranea alla logica di funzionamento dell’organo consiliare, non appare giustificato il sacrificio della rappresentanza che impongono i sistemi elettorali di tipo maggioritario. Con una platea di elettori culturalmente diversificata in più di due macro-aggregazioni non può dubitarsi che il sistema elettorale più idoneo a rappresentare la volontà degli elettori sia quello di tipo proporzionale.
Al contrario, il ricorso ad un sistema maggioritario, senza alcun correttivi in senso proporzionale, determinerebbe un impoverimento delle diverse sensibilità che la magistratura oggi esprime, costringendole forzatamente in una dialettica di tipo bipolare.
In linea con quanto autorevolmente sostenuto durante il convegno, ed anche alla luce della recente emersione di nuove aggregazioni associative, A&I auspica che la riforma della legge elettorale del C.S.M. venga attuata facendo ricorso ad un modello di tipo proporzionale.